lunedì 16 marzo 2009

Corto circuito (99 Posse)

Continuiamo il viaggio alla scoperta della musica italiana (quella che mi piace...). Questo gruppo si chiama 99 Posse. Sono napoletani e spesso e volentieri cantano in dialetto. La loro canzone più famosa si intitola "Curre curre guaglio'" ("Corri corri ragazzo"). Sono nati all'interno di un centro sociale (gaztetxe) di Napoli (Officina 99) all'inizio degli anni '90 e sono diventati subito uno dei gruppi più importanti di un determinato tipo di musica in Italia.
Questa canzone è in italiano ed è un po' più lenta. Spero che la possiate capire. Comunque vi allego il testo...


Il mio problema è che/sono incontentabile/non mi sta mai bene niente/dice la gente/ ma in questi anni ho imparato/che anche ciò che mi è dovuto/nessuno lo darà mai per scontato/io voglio tutto anche l’impossibile/io voglio tutto ma sarò implacabile/io voglio tutto anche l’impossibile/io voglio tutto ma sarò implacabile/ Quello che penso così in un momento/è in corto circuito con quello che sento/Quello che penso così in un momento/è in corto circuito con quello che sento/ Mi capita ogni giorno appena sveglio/mi sento le vocine nel cervello:"prendilo-giralo spostalo-ammazzalo" neh ué!/non so neanche se parlano di qualcun altro o parlano di me/e qualora così fosse resterebbe da capire se ce l’hanno con me stesso zero uno due o tre,/siamo in tanti e la capa di morto è piccola/la gente mormora ed io sento le vocine nel cefrone ogni mattina/e me mettesse na cravatta cu ’e palline/o cazone e na giacchetta blu marine/e ntunate cu scarpine marruncine’e cazette ’e seta fina/e po’ facesse na rapina/int’a nu grande magazzino/Quello che penso così in un momento/è in corto circuito con quello che sento/ Quello che penso così in un momento/è in corto circuito con quello che sento/Nel tempio maledetto della mia memoria/ci sono alcuni punti oscuri che non ho sbrogliato ancora:vortici, buchi neri nel mio passatoche cancellano, risucchiano tutto ciò che è stato./C’è una parte di me che sa benissimo cosa è successo/l’altra fa finta di niente per poter vivere lo stesso/ma guarda un po’ che fatto strano/quali mostri è in grado di creare il cervello umano/mi sembra di vedere dottor Jekill arrivare da lontano... vuole la mia mano?/La realtà è evanescente e come lei niente/ma i sentimenti restano condensati dentro l’aria/come nuvole che attendono di partorire, gravide/come il mio passato, e qui mi perdo ma una cosa resta:/io preferisco il cuore alla testa/Quello che penso così in un momento/è in corto circuito con quello che sento/Quello che penso così in un momento/è in corto circuito con quello che sento /Il maniaco depresso, l’ingrippato/che io stesso ultimamente credo d’esser diventato/abituato al compromesso’o vattesse’o sparasse/e zittu zittu l’atterrasse/il fottuto controllore di me stesso/confesso:se la vita fosse un treno dovrei fare il biglietto guaglió/però i contanti non ce li ho/e voglio pure un posto in prima sopra al treno della vita/mo’ te dico tutte cose int’a na vota:’o bbiglietto nun ’o tengo’a ccà ncoppa nun me ne scengo/e nun tengo documento: perduto/e si mo’ vaie a chiammà ’e gguardie, l’abboffo ‘e mazzate/che almeno abbascio ’e ccelle se mangia cucinato he capito?/Ah, me só sfugato/Quello che penso così in un momento/è in corto circuito con quello che sento Quello che penso così in un momento/è in corto circuito con quello che sento

10 commenti:

Giulia ha detto...

ehi Pumuki, ti piace questa canzone? Non è esattamente opera, ma...eh eh.
A me è un gruppo che piace molto, soprattutto le prime canzoni.

pumuki ha detto...

No, non mi piace. Nonostante, la mia opinione non coincide quasi mai con gli altri.

Penso che la musica il hard rock/rap/hip-hop va bene come terapia ocupazionale per giovanni problematici che gridano contra la società, ma come qualità musicale.

Il pop/rock è come lo stesso movimento pop (Andy Warhol)una essitosa scelta per il consumo e la banalitá, in questo caso per belle canzonnete ma abbanstanza facili.Credo che come diceva Edoardo Bennato, sono solo canzonette, alcune buone.

Quello pensavo fino alla settimana scorsa, quando uno dei migliori critici di musica classica, mi ha detto che cominciava a scoprire il rap, e che pensava primo lo stesso che io. Mi ha lasciato un disco, e mi piace.

Ma preferisco la musica classica, la world music e anche gli cantautori classiche (come Renato Carosone, per esempio).

Come un giovane può avere una opinione simile alla del colonnello, fuori della sua generazione?

La risposta al post sull' opera.

Giulia ha detto...

Ah ah non avevo pensato al colonnello della storia...da oggi Colonnello Pumuki!!
Capisco la tua opinione ed in parte la condivido, ma non per questo gruppo, perché il loro percorso è un altro e non sono nati per vendere. Io, come vi ho detto varie volte in classe, per quel che riguarda la musica sono abbastanza schizofrenica, nel senso che mi piace cambiare stile e ascolto musiche molto diverse tra di loro. Mi piace un determinato rap, alcuni tipi di elettronica, ma anche cantautori italiani come Fabrizio De André, il primo De Gregori e poi cantanti più rock come Vasco Rossi (che prossimamente vi farò conoscere) e gruppi che cantano in sardo, in primis i Kenze Neke...e l'opera non la conosco molto, ma non mi dispiace a piccole dosi!!
Ciò che veramente non sopporto è la musica leggera italiana stile Sanremo...quella sì che è commerciale (Laura Pausini, Marco Masini e Tiziano Ferro...buah)

Nusky ha detto...

Non pensate che i vostri commenti sono un po´ .... duri?

Il mio parere è:

1.- Non mi piace molto questa canzone

2.- Penso che il rap/hip-hop sono solo degli altre classi de musica, sebbene non mi piaciono per niente, non li comprendo.

E non penso che il pop sia una banalità. Per esempio penso che Andy Warhol trovò la sua propria strada con un arte che qualsiasi può comprendere. É per questo che ha tanto succeso.
Canzonette facili? non lo credo, anche se per me è più importante quelli che ti fanno emozionarti o sentire qualcosa che la difficoltá.

3.- In quanto a la musica commerciale....c'è una moda de dire che tutto lo che è più "normale" e che piace alla maggior parte della gente è commerciale. Per me tutto in questa vita è commerciale. Tutti lavoriamo per guadagnare un soldi, ¿non è cosi?
E Iulka dice: "non sono nati per vendere".... lo dubbio....sono sicura de che questo gruppo sarebbero più felici essendo più commerciali, voglio dire, vendendo più dischi e guadagnando più soldi, come tutti.

Magari io ho stato un po' brusca adesso....

Giulia ha detto...

Commenti interessanti, non c'è che dire...e secondo me alla fine non sono così distanti l'uno dall'altro come può sembrare a prima vista.
Io, come vi ho già detto molte volte, con la musica sono un po' "schizofrenica", nel senso che mi piacciono tanti gruppi o cantanti che hanno stili diversi. Sono d'accordo sul fatto che alla fine si cerca l'alternativo a tutti i costi, è una nuova moda, ma penso che ci siano gruppi che vengono creati ad hoc per vendere in un determinato momento (e sono quelli che in genere poi spariscono) e altri che invece continuano a fare un percorso negli anni...e non mi piacciono solo gruppi "alternativi", ma anche gruppi più convenzionali (usavi questa parola Nusky?)...Edoardo Bennato è un esempio. O alcune canzoni di Gianna Nannini...tutto dipende dal momento e dalla musica. I 99 Posse, visto che proprio non vi sono piaciuti, invece, non posso che difenderli...adesso realmente non so bene se continuino ad esistere, ma ho seguito l'evoluzione a partire dalla loro prima canzone importante "Curre curre guaglio'" fino a quando hanno inserito una cantante femminile e si sono spostati un po' dal rap puro e duro all'elettronica...fanno parte di un preciso momento della storia della musica italiana, in coincidenza con il movimento studentesco degli anni 90 (loro a Napoli, gli Onda Rossa Posse a Roma e una miriade di altri gruppi in tutta Italia)...in Italia c'è sempre stata una grande tradizione di quella che viene definita "canzone di lotta" o di denuncia sociale, sin dall'800! È bello seguire l'evoluzione della società attraverso le sue canzoni...per quello dico che non sono nati per vendere (in senso lato), proprio perché sono espressione di un preciso momento della storia italiana...se volete vi posso cercare canzoni delle altre epoche e vedrete come raccontano la storia del Bel Paese...

Nusky ha detto...

Mi piace la tua proposta Iulka. E si non è molto fastidio metti anche le letere delle canzione, come qui, per potere capire quello che dicono, perchè, magari in questi casi, sono più importanti le parole che la musica.

P.S. Si hai tempo e non è molto faticoso ¿puoi corrigere gli errori (grammaticalli soprattutto) nelli nostri post? almeno i più importanti...Grazie!

pumuki ha detto...

Ciao a tutti:

In parte convido la opinioni de Iulka e Nusky, ma voglio fare qualche commento.

1-Tutto che fa l'uomo ha una dimensione economica, ma non sempre è la principale ragione de una attività. La principale ragione del lavoro è (deve essere)il servizio agli altri per costruire una società migliore e più giusta. Per questo fatto, abbiamo un soldi (perchè e giusto).
La musica è un arte e il arte è un esercizio di comunicazione.
Per comunicare il suoi pensiero, tutti gli artisti vogliono comunicare con il maggior numero di persone.
Le ditte musicale fanno intermediazione tra gli artisti ed il loro pubblico, perchè le ditte hanno il potere di raggiungere a molte persone.

Come raggiungono a molte persone, le ditte hanno anche potere economico. E la tentazione viene subito. Fabricare musica per vendere. Un musico "non comerciale" può vendere molto, ma non cambia i suoi principi per vendere di più.

Tutti vogliono vendere, ma i musici non commerciali fanno musica fondamentalmente per comunicare ed i musici comerciale principalmente per fare soldi.
La difficoltà sta nel avere un criterio per diferenziargli.

2-Andy Warhol (e il Pop Art) sono la elegia de la banalità. Lo stesso Warhol diceva che indietro i suoi opera non c'era niente. Warhol parte della dichiarazione di
Marcel Duchamp (ed il suo urinario). ¿Che é arte? (si domandava Duchamp). Arte è quello che il artista vuole che sia arte.Tutto può essere arte, e niente è arte. Il artista è il creatore, il nuovo sacerdote della nuova religione, la sua opinione e la nuova parola di Dio. Dopo la morte di Dio (Nietzsche) il uomo è solo. Dunque, non ci restano niente. Questo fatto deve essere affrontato dalla angoscia (Sarte), oppure possiamo non pensare e ridere di tutto (beviamo e mangiamo, la vita sono due giorni, come fa Warhol).
Warhol era molto inteligente e capiva la società occidentale, e sapeva che una società senza Dio preferisce ridere e non vuole per niente la angoscia. Per questo fatto, Warhol ed il Pop sono populari. La banalità al potere, come la società (piena di banalità). Ed la banalità per definizione non può essere complessa. La banalità e facile perchè dove essere capita senza pensare molto, dove le emozioni sono più importanti che le raggioni. E questo sono le canzoni pop. Canzonette facili per ridere.

Io lo capisco,non sono d'accordo né con questo arte né con il suo pensiero. Credo che il arte dove essere sostenuto per la bellezza, per tanto, espressione metafísica del bene e riflesso gnoseologico della veritá.

Il pop va bene per dei minuti, per uscire con gli amici, ma come qualità musicale é lontano dalla musica classica. Quando vado ai bar voglio ascoltare musica POP-pulare (pop/rock). Invece la musica classica deve essere ascoltata senza rumori, e scoprire cada nota, cada silenzio, i dialogui tra gli strumenti, possiamo capire tranquillamente quello che dicono gli artisti, e poi meditare e pensare sulla vita, e questo è un disagi per una società che solo vuole ridere. Come la musica classica fa pensare, possiamo scoprime prima e meglio la verità,la bontà e la bellezza.

Scusi, se il mio commento è un po' annoiato, ma non è ancora finito.
Nonostante, come sono stanco, fino a un prossimo commento.

Giulia ha detto...

Ma che bella piega che sta prendendo questa discussione (nel senso bello del termine)...domani prometto di correggere qualche errorino...
il uomo o l'uomo?

Nusky ha detto...

La profondità dei tui commenti mi fa affondare....

Quello dil lavoro è molto stranio per me. Io non lo vedo così. Per me il mio lavoro mi porta gratificazioni personali oltre a soldi per potere vivere. Io mi considero fortunata per lavorare in quello che mi piace tanto, e, come tu dici, mi fa ridere nel senso che mi fa godere.

Un'altra cosa, quella dei artisti commerciali: perchè pensi che loro vogliono fare una classe di musica differente. Io penso che gli piace fare la sua musica e non cambiano i suoi principi come tu dici.

Per altra parte, per me arte non è solamente quello che l'artista dice che è arte. Penso che di più di gente deve dire che un lavoro è arte per essere considerato come tale. Si non, io faccio un disegno adesso, e puo dire che disegno abbastanza male, e dico che è arte. Ma non lo è.

E tutto quello che critichi della società (io lo vedo come una critica ma puo essere che non lo sia)della banalità e delle canzione pop che solo fanno ridere... Per me la musica classica è la stessa cosa. A me fa ridere il pop e a te fa ridere la musica classica nel senso che già ho spiegato.

pumuki ha detto...

Congratulazioni per quello di godere nel tuo lavoro. Ma tutto che fa l'uomo ha due dimensioni: una privata ed una pubblica. (Non è verità l'affermazione del liberalismo che separa la moral privata della pubblica, pechè di fatto sono collegati).
Perciò il lavoro ha due dimensioni: la privata per la quale l'uomo si realizza a se stesso, ed una pubblica per la quale si fa un servizio alla società. Senza il lavoro comume non possiamo vivere. Non avremmo né riscaldamento, né civican, né macchine nè società. Il lavoro fa possibile il progresso (non soltanto materiale) della società, e questo è buono. Pensare in questo fatto, sapere che con il mio lavoro faccio il bene a la società deve essere il principale motivo per lavorare(al meno, così penso io ed i libri di antropologia filosofica). Questo è cosi perchè la maggior parte dei lavori sono noiosi per definizione, per tanto, non possiamo essere contenti per niente se pensiamo solo nella dimensione privata del lavoro. Ma tutti quelli che hanno un lavoro noioso, si pensano che fanno la vita meglio per tutti, possono essere contenti. Sarebbe ideale essere contenti nella due dimensione, ma la dimensione pubblica del lavoro deve avere la primazia. (io non sono colpevole degli errori del liberalismo).

Nusky, non credo che i miei commento siano profondi. Per me sono molto semplici, per quello della lingua. Indovina come sono i miei commenti in spagnolo. Ti posso lasciare uno sulle le relazione tra arte e società, a volte non lo capisco io stesso. Insomma, non parli mai con un filosofo (io ho studiato soltanto due corsi, mi lasciano ancora due corsi), perchè siamo noiosi, crediamo che sappiamo di tutto e di fatto parliamo di tutto (política, etica, scienzia, morale, religione, metafisica, antropologia, diritto, historia, linguaggio...).

Lascio per un'altro commento quello che penso sulla parte musicale contenuta nel tuo ultimo commento.