lunedì 16 novembre 2009

L'infinito






Continuiamo ad esplorare la letteratura italiana ed in particolar modo la poesia. Nel primo appuntamento abbiamo conosciuto un autore "irriverente", molto terreno (se mi passate l'espressione), Cecco Angiolieri.

In questa seconda occasione, invece, voglio fare un salto sia temporale che stilistico. L'autore di cui ci occupiamo adesso è nato a Recanati, piccolo centro delle Marche, nel 1798 ed è sicuramente il maggior poeta lirico italiano dell'Ottocento: Giacomo Leopardi.

La sua opera poetica è raccolta con il titolo di Canti, pubblicati, come tali, per la prima volta, nel 1831. Tra i più importanti ricordiamo i cosiddetti "piccoli idilli" frutto della grande stagione poetica del 1819-1821, tra cui ricordiamo La sera del dì di festa, Alla luna e, appunto, L'infinito.

Tra i "grandi idilli", invece, nati fra il 1828 e il 1830 citiamo A Silvia, Passero solitario, La quiete dopo la tempesta, Il sabato del villaggio.


L'infinito


L'immaginazione è il tema centrale dell'Infinito. Composto nel 1819 fa parte degli Idilli. Nella poesia antica l'idillio era un componimento breve di argomento agreste o pastorale. In realtà, gli idilli di Leopardi sono molto diversi: il poeta stesso li definì "situazioni, avventure dell'animo". Un luogo conosciuto e definito (un colle circondato da una siepe) crea all'"io" del poeta lo stimolo per immergersi nella sensazione dell'infinito. Questa esperienza, possibile solo con l'immaginazione, è fonte di piacere supremo e il poeta, per un attimo, vi si perde.


Sempre caro mi fu quest'ermo colle,

e questa siepe, che da tanta parte

dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando, interminati

spazi di là da quella, e sovrumani

silenzi, e profondissima quïete

io nel pensier mi fingo; ove per poco

il cor non si spaura. E come il vento

odo stormir tra queste piante, io quello

infinito silenzio a questa voce

vo comparando: e mi sovvien l'eterno,

e le morte stagioni, e la presente

e viva, e il suon di lei. Così tra questa

immensità s'annega il pensier mio:

e il naufragar m'è dolce in questo mare.


Giacomo Leopardi

15 commenti:

xxxxxxxx y xxxxxxxx ha detto...

questo è il canto quinto, nel quale mostra del secondo cerchio dell´inferno, e tratta della pena del vizio della lussuria nella persona di più famosi gentili uomini.
Cosi discesi del cerchio primario
giù nel secondo, che men loco cinghia
e tanto più dolor, che punge a guaio

Stavvi Minòs orribilmente,e ringhia
essamina le colpe nell`intratta
giudica e manda secondo ch`avvinghia

Dico che quando lánima mal nata
li vien dinanzi, tutta si confessa
e quel conoscitor de le peccata

vede qual loco d`inferno è da essa
cignesi con la coda tante volte
quantunque gradi vuol che giù sia messa.

chi è? quale è l´opera? e il secolo?

Giulia ha detto...

Io lo so!

Nusky ha detto...

Ciao!

Chi è? Dante Alighieri
Qual'è l'opera? A dibina comedia
Il secolo? Secolo XIV

Non l'ho letto, ma quello dell'inferno è di Minòs sono buone tracce per seguire

Ciaro di luna ha detto...

ciao!

Leopardi scrive questo idilio sul monte Tabor à Recanati. Questo idilio puo essere subdiviso in due parti: la prima comunica un senso d´inquietudine, mentre la seconda comunica un senso de dolcezza. Nella poesia sono presente tre termini: lo spazio infinito, il tempo e il silenzio.

luz ha detto...

Buonanotte!

Leggendo l´infinito, ¿ che cos´è il silenzio?

Il silenzio è fondamentale per ascoltare, capire,riffletere. Il silenzio è l´assenza di suoni è rumori, esso significa pace e calma.

Nel silenzio Leopardi sente la voce sopranaturale che l´interroga...

(la parola è un´ala del silenzio (P. Neruda)

una povera poetissa ha detto...

ciao!

sono molto lieta, lietissima d
avere l´opportunità de leggere il poema de Giaccomo Leopardi.
E formidabile che alle 19 anni un ragazzo puoe dicere queste belle
canti alla natura e al´infinito.
´penso che lui era un genio.



Luz, parlando del silenzio, Teresa de Calcutta, scriveva:

Il frutto del silenzio c`e l´amore.
(The fruit of silence is love)

Grazie

DAMASO ha detto...

purtroppo il mio livello d´italiano non mi lascia fare un comento come meriti Leopardi.

Lui vuole congiugere il silenzio dell´anima con il rumore, cioè la gioia del cuore.

Bianca ha detto...

Ringrazio tantissimo queste “lezione” sulla letteratura italiana, che mi permettono entrare in contatto con dei autori de cui soltanto conoscevo il suo nome, come Leopardi, la cui opera, sconosciuta per me, ha influito anche nella letteratura spagnola, per esempio in Unamuno, come ho studiato tanti anni fa.

Giulia ha detto...

Il caro e vecchio Dante ve lo prometto per la prossima volta. Tra l'altro cercherò di mettere anche un video con Benigni che recita la Divina Commedia (e la spiega).
Bianca, "lezione" è eccessivo, cerco semplicemente di darvi degli stimoli, visto che a lezione non c'è proprio il tempo per parlare di tutto...

pppppppppp y ppppppppppp ha detto...

Amor mi fa parlar, che m´è nel core
gran tempo stato e fatto n´ha su´albergo,
e legato lo tien con lo splendore
e con que´raggi a cui non valse usbergo,
quando passaron dentro col favore
degli occhi di colei, per cui rinvergo
la note e´l giorno pianti con sospiri
e ch´è cagion di molti mie´martiri.

Amor è que`che mi guida e conduce
nell´opera la qual a scriver vegna;
Amor è que´ch´a far questo m´induce,
e che la forza mi dona e lo´ngegno;
Amor è que´ch´è mia scorta a mia luce,
e che di lui trattar m´ha fatto degno;
Amor è que´che mi sforza ch´i´dica
un´amorosa storia molto antica.

e bla,bla,bla,bla,......

Chi è? quale è l´opera? e il secolo?

Giulia ha detto...

Lo so!
Sarà per caso un grande poeta del 1300?
IL resto lo aggiungano gli altri...

un innamorato della poesia ha detto...

risposta a ppppppppp.... y pppppp


l´autore è Giovanni Boccaccio.
l´opera se chiama: Ninfale Fiesolano
secolo XIV. (1.344-48)


A me piace moltissimo "l´infinito" de Giacomo Leopardi.


Facio una domanda Pablo Neruda:
"Parlami del silenzio che va volando sopra i colli come un aquila ad ali spiegate"


bacci

Bianca ha detto...

Bene, lulka, allora, ringracio queste annotazioni cosí stimolanti!

Pier Paolo Pasolini ha detto...

Ad una frsca riva
Guidommi Amor dove era la mia Diva,
Che con gli occhi, co´l crin e´l visadorno
Fea nascer fiore e vaghe erbett´intorno.

Se ame gli occhi volgea
Invidia agli altri amanti ella porgea,
Che co´sguardi, con risi e con parole
Era a me sol dolcissimo il mio sole.

Se apria le chiome bionde
Garrian gli augelli e si fermavan la onde,
E se gioia al mio cor era il lor canto
A ogni altro amante era cagion di pianto.

Chi è? quale è l´opera? e il secolo?

Giulia ha detto...

Ciao Pasolini...cerco di dare qualche aiuto.
Si tratta per caso di una autore che fa rima con "posto" o "arrosto"?
E l'opera racconta di qualcuno che è molto, ma molto adirato?

Adesso continuate voi....
Ah, non mi sono dimenticata dell'ingrato compito delle correzioni grammaticali. Prometto un commento riassuntivo per correggere gli errori più importanti...