mercoledì 28 ottobre 2009

S'i fosse foco

Oggi, che mi sono svegliata di ottimo umore, ho pensato che potremmo inaugurare un nuovo spazio qua nel blog. Tremate, tremate...no, scherzo. Ieri mi sono ricordata di una poesia, anzi di un sonetto, scritto da un contemporaneo di Dante. Qualcuno di voi ha mai sentito nominare Cecco Angiolieri? Senese (di Siena) irriverente e passionale irrompe nel Dolce Stil Novo, che cantava l'amore con immagini di grande eleganza e delicatezza, con dei sonetti di forte provocazione e che tessevano le lodi delle passioni terrene. Questo sonetto che vi propongo è stato poi musicato da Fabrizio De André. Leggete prima il sonetto e poi ascoltate la canzone.
Se volete saperne di più su Cecco, potete cercare su Internet perché ci sono tante pagine a lui dedicate. Buona lettura!

"S'i fosse fuoco, arderei 'l mondo;
s'i fosse vento, lo tempestarei;
s'i fosse acqua, i' l'annegherei;
s'i fosse Dio, mandereil' en profondo;
s'i fosse papa, allor serei giocondo,
ché tutti cristiani imbrigarei;
s'i fosse 'mperator, ben lo farei;
a tutti tagliarei lo capo a tondo.
S'i fosse morte, andarei a mi' padre;
s'i fosse vita, non starei con lui;
similemente faria da mi' madre.
Si fosse Cecco com'i' sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le zoppe e vecchie lasserei altrui"

Avete visto quante "autorità" nomina nel sonetto? Per comprendere il perché dovete ricordare il periodo storico in cui vive Cecco. E adesso qualche domanda.
1. Cercate su Internet a che fazione storica apparteneva Cecco. Guelfo o Ghibellino?
2. Ma chi erano costoro? Definite i Guelfi e i Ghibellini.
3. Riuscite a trovare un altro sonetto di Cecco?
Ed ora, come promesso, la canzone di Fabrizio De André che, non mi stancherò mai di ripeterlo, è uno dei maggiori poeti contemporanei di questa nostra piccola grande Italia.


10 commenti:

Miguel ha detto...

Non capisco bene tutte le parole, ma mi sembra un poeta un pò ( o abbastanza) ribelle

Queste sono le mie risposte:


1ª.- Cecco Angiolieri nasce a Siena nel 1260, e vi muore nel 1312 circa.
Nel 1281 era fra i "Guelfi" senesi all'assedio dei concittadini "ghibellini" asserragliati nel castello di Torri di Maremma, tenuto dai ghibellini.

2ª.- I termini "guelfi" e "ghibellini" indicano le due fazioni che dal XII secolo sostennero, nel contesto del conflitto tra chiesa ed impero e del movimento comunale, rispettivamente la casata di Baviera e Sassonia dei Welfen (pronuncia velfen, da cui la parola guelfo) e quella di Svevia degli Hohenstaufen, signori del castello di Weiblingen, anticamente Wibeling (da cui la parola ghibellino), in lotta per la corona imperiale dopo la morte dell'imperatore Enrico V (1125), che non aveva eredi diretti.

3ª.- Titolo: I' potre' anzi ritornare in ieri

I' potre' anzi ritornare in ieri
e venir ne la grazia di Becchina,
o 'l diamante tritar come farina,
o veder far misera vit'a' frieri
o far la pancia di messer Min Pieri,
o star content'ad un piè di gallina,
ched e' morisse ma' de la contina
que' ch'è domonio e chiamas'Angiolieri.
Però che Galieno ed Ipocràto,
fossono vivi, ognun di lor saprebbe,
a rispetto di lu', men che 'l Donato.
Dunque, quest'uom come morir potrebbe,
che sa cotanto ed è sì naturato
che come struzzo 'l ferr'ismaltirebbe

Autore: Cecco Angiolieri

Ciao e adomani.

Minerva ha detto...

ciao!

ho letto sulla web qualque soneto di Cecco Angioleri.
A l´schola aveva dei problemi con il condicionale e il subjuntivo, questa è la ragione pour fare "S´i fosse foco".
E un poeta, a me sembra, speziale, eretico, comico, innamorato come un pazzo da Bechina...
Io trovo che la metrica nella sua poesia è molto bella, quasi perfetta.

tre cose solamente gli interesano,la taverna, le moglie e i dadi...

Ho scelto 3 soneti:

Bechin´amor "che vuo, falso tradito?"

Lassar vo´lo trovare de Bechina

Dante Allaghieri, Cecco, tu´seró amico.

bacci

Terza Galaxia ha detto...

A me non piace affatto questo poema, per fortuna, lui non c`cè nè fuoco, nè vento, nè acqua, nè Dio, nè Papa, nè imperator, nè morte, nè vita. L´unica cosa che lui è: il Cecco uomo per torrare le
donne giovanni...

(No comments)

Giulia ha detto...

Non sono convinta di avera capito bene l'ultimo commento (vuoi dire per fortuna non è?)...in ogni caso dovete cercare di contestualizzare il personaggio e l'epoca in cui scriveva. Secondo me è un "inno" ai piaceri terreni, spesso considerati "bassi" e poco nobili. A me invece piace molto e ancora di più quando a scuola si studiavano sempre poeti e autori molto alti, che parlavano di concetti importanti e lontani dalla vita di tutti i giorni...qua invece c'è un po' di sana rabbia! Ah ah, scherzo...comunque a me piace. E la canzone? Vi piace la voce e la poesia di De André? Anche lui cantava gli emarginati e i cosiddetti "ultimi"...ascoltate per esempio "Bocca di Rosa"

Giulia ha detto...

Piccole e veloci correzioni...
1. condizionale e congiuntivo
2. Sonetto (due t)
3. Innamorato DI Becchina
4. Le donne non le moglie

Per il resto belle ricerche! Grandi!
Ma per curiosità, vi piace l'idea di mettere sul blog poesia e letteratura in generale?

Bianca ha detto...

A me piaccerebbe tantissimo, perchè soltanto ho letto alcuni dei autori "grandi", e grazie a questo blog ho potuto conoscere a Angiolieri, che mi è sembrato molto interessante.

Apolo ha detto...

ciao!

non voglio fare apologia della opera di Cecco Angiolieri, ma mi sembra che all interno è un poeta chi ama la natura, Dio e i suoi progenitori ma sopratutto Bechina.

E un personaggio complexo e non facile da capire, delusso de sa stessa vita.

Saluti

Gabriela ha detto...

Mi ha fatto piacere la lettura di Cecco Angiolieri.Penso che sia un scrittore tanto diverso quanto interessante.E anche il suo stilo è troppo diverso di quello utilizzato dai suoi contemporani.Forse è l'antitesi.Perfino la sua condizione di scrittore-umorista che parlava di un altra realtà e di sentimenti inconfessabili fosse il motivo di non riuscire a prendere a molta gente.
De Andrè è stata un'altra scoperta.Dopo aver ascoltato la canzone ho pensato alla doppia morale della nostra società.Se giudica a volte all'impazzata a coloro che vivono la vità di una maniera diversa della propria.

Giulia ha detto...

Ciao di nuovo...interessanti i commenti, fa sempre piacere leggere ciò che pensa la gente, anche se, devo essere sincera, ma quanti pseudonimi usate? Siete sempre persone diverse o è la stessa che si firma ogni volta in maniera diversa? Ahi ahi che misteriosi!
Un appunto "scolastico": state attenti a mettere l'accento nel verbo essere (altrimenti diventa una congiunzione. Il verbo CONOSCERE si costruisce senza preposizioni: CONOSCI QUALCUNO.
Apollo: attento a dove (non) metti le doppie!!
Per il resto tutto bene...ma De André? Che mi dite di questo sommo signore?

luz ha detto...

Ciao, buona notte!

Ho scoperto queste poeta italiano del medioevo per il blog, grazie Giulia.
La posesia è un po tremendista, ma Cecco io credo che ha molto sofferto perche la relation con il suo padre era cattiva. Il progenitore richisimo e tacagno , li niega i suoi soldi e anche l´impedishe le 3 cose che gli piacciono: le donne, il vino, il giocco.

L´amore per Bechina non è corresponduto, allora si trova malinconico e triste...
Ha scrito: "la mia malinconia è tanta e tale"



A me piacce la canzone de Fabrizio de Andrè, ho letto che "è probabilemente l´autore che più si presenta come il poeta maledetto del periodo agli anni 60. Il cantautore genovese, è stato in grado di far echeggiare una voce fuori dal corso e un grido de vibrante protesta...
Ma il suo anticonformismo, abraccia anche la tematica dell´amore, entitá passionale superiore alla ragione e da essa incontrolabile, come nella vicenda di Bocca di Rosa."